Movistar, Nairo Quintana: “Non credo che sarò lo stesso corridore di prima, non ho più vent’anni”
Nairo Quintana smorza le aspettative per il 2024. Dopo essere stato fermo per dodici mesi in seguito alla positività al tramadolo durante il Tour de France 2022, il 33enne ritornerà in gruppo la prossima stagione con la maglia della Movistar che ha già indossato dal 2012 al 2019. Il vincitore del Giro d’Italia del 2014 e della Vuelta a España del 2016 è pronto a giocare le sue carte, ma è consapevole che c’è una nuova generazione di corridori estremamente competitiva con cui confrontarsi. Ammettendo che probabilmente non sarà al loro livello, nella prossima stagione il colombiano dovrebbe debuttare sulle strade di casa al Tour di Colombia per poi prepararsi a correre il Giro d’Italia come leader unico provando a fare classifica, mentre alla Vuelta a España sarà assieme a Enric Mas.
“Tutti vogliono che io vinca, ma bisogna essere consapevoli che è arrivata una nuova generazione di corridori che va fortissimo- le parole di Quintana a El Pais rilanciate da cyclingnews – Anche se ho molta voglia di correre e ho ancora un buon motore, non credo che sarò lo stesso corridore di prima, con tutti questi grandi vincenti sulla scena”.
Il classe 1990, ormai uno dei pochi rimasti di quella generazione rimasta schiacciata tra i grandi nomi che li hanno preceduti e i giovani rampanti che li hanno spazzati via prima che potessero prendere il potere, non nasconde questa realtà: “Ho brillato come ciclista per circa un decennio, abbiamo visto quanti ciclisti della mia generazione hanno già abbandonato le corse negli ultimi due anni, e quelli che continuano sono seriamente demotivati. Ma mi sento molto motivato, perché sono tornato a correre con una nuova energia e un nuovo modo di vedere il ciclismo. Farò del mio meglio per sostenere la squadra e aiutare Enric Mas, che è il leader della squadra”.
Inevitabilmente, quanto successo con la positività al tramadol non ha aiutato, costringendolo a restare fermo un anno intero. Un argomento chiaramente piuttosto difficile per lui, che non vuole più tornare sulla questione: “Quello che posso dire, per non discutere più dell’argomento, è che è stata molto dura per me, completamente inatteso e molto doloroso. Non voglio entrare troppo nell’argomento per non ferire nessuno e non iniziare a puntare il dito su qualcuno. È stato un anno difficile e quello che voglio fare ora è lasciarlo alle spalle. Non dimenticare, perché è impossibile dimenticarlo, ma chiudere quel capitolo e vedere come splenderà il sole d’ora in poi.”
Con un seguito ancora molto importante in patria, in cui resta una delle personalità sportive più importanti e conosciute, Quintana sa che le aspettative nei suoi confronti sono ancora alte, ma non vuole creare illusioni nei tifosi. Un discorso onesto, di chi conosce i propri mezzi e le proprie capacità, il suo, senza fare proclami, ma con la voglia comunque di lasciare il segno come possibile. “I tempi sono cambiati, le cose invecchiano e anche le persone – spiega – Non ho 20 anni come quando mi mettevo in mostra ed entusiasmavo le persone con le mie vittorie. L’ultima cosa che voglio fare è ingannare qualcuno, dire che vincerò quando in realtà non sappiamo quale sarà la risposta a livello sportivo. Non ho 20 o 22 o 23 anni, come questi giovani leader che stanno vincendo”.
Un discorso che ovviamente si riflette anche sulle sue ambizioni e obiettivi per il Giro d’Italia, il suo primo grande obiettivo stagionale. A dieci anni dal suo successo, diventando il primo colombiano a vincere la Corsa Rosa nel 2014, lo scalatore di Combita non parla chiaramente di vittoria, tanto più con Tadej Pogacar al via, ma spera comunque di poter essere nelle posizioni di vertice: “Sono sicuro che sarò molto vicino ad alcuni grandi nomi, ma non credo che sarò al livello dei tre, quattro o cinque top leader che sono sempre in lotta per quasi tutte le gare più importanti sulla scena internazionale”.
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